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di Anna Di Falco, Architetto, cofondatore dell’Associazione Restituit onlus
La Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte di Palazzo Venezia in Roma conserva un ritratto a grafite di Ersilia Caetani Lovatelli (1840-1925) con firma autografa del pittore Franz Johann Heinrich Nadorp, nato nella città di Anholt, in Germania il 23 giugno 1794 e morto a Roma il 17 settembre 1876. Il pittore fece parte del gruppo dei pittori chiamati Nazareni che dimoravano tra il Palazzo Caffarelli al Campidoglio e il convento di Sant’Isidoro al Pincio. Si conoscono del pittore Nadorp1 soprattutto ritratti e paesaggi della campagna romana.
Sul ritratto di Ersilia Caetani da me ritrovato, oltre la firma di F. Nadorp, troviamo scritto “Frascati 8bre 1854” e aggiunto a penna con altra grafia “Ersilia Caetani contessa Lovatelli, figlia del D. Michelangelo Caetani“, mentre sul passepartout in cartoncino color tortora, di nuovo è scritto a penna “F. Nadorp pittore tedesco frequentante la villeggiatura di Frascati e specialmente la villa dei signori. Fece (?) dei (?) nella villa Borghese Aldobrandini – Piccolomini”.
Ersilia Caetani nasce a Roma 1840 dove morirà a ottantacinque anni, nel 19252. Figlia di Michelangelo Caetani, principe di Teano, poi duca di Sermoneta, e di una nobile di origina polacca, Callista Rzewuska. Ersilia Caetani viene così descritta da Armando Petrucci nel Dizionario Biografico degli Italiani3:
“Assai giovane la Caetani, che nel 1859 aveva sposato il conte G. Lovatelli, cominciò a occuparsi attivamente di studi archeologici ed epigrafici, partecipando a scavi condotti in Roma, effettuando escursioni e visite di studio in città e fuori, affacciando in via del tutto privata nuove interpretazioni di monumenti figurati e di epigrafi, e stringendo già prima del 1870 personali relazioni con i maggiori antichisti del tempo residenti a Roma. Non dovette quindi apparire del tutto strana la sua designazione a membro onorario dell’Istituto di corrispondenza archeologica di Roma, avvenuta nel 1864 ad opera di J. H. W. Henzen, Th. Mommsen e E. Gerhard. Dopo il 1870 le sue relazioni di amicizia e di studio si allargarono e si infittirono, estendendosi anche a molti esponenti del mondo politico e letterario dell’Italia unita; cosicché le riunioni di amici ed estimatori o semplicemente di curiosi che si svolgevano ormai periodicamente nel suo salotto in palazzo Lovatelli, dato anche l’atteggiamento ostile assunto da buona parte della nobiltà romana nei riguardi del nuovo regime, finirono per assumere un significato quasi pubblico, se non ufficiale. Non a caso perciò Quintino Sella, impegnato da tempo nel compito di trasformare Roma in una capitale della scienza e l’Accademia dei Lincei nel massimo organo culturale italiano, fece entrare la Caetani a far parte del sodalizio linceo il 15 maggio 1879, nonostante le difficoltà costituite dal sesso e dal dilettantismo della candidata. In quello stesso anno la Caetani aveva perduto il marito; e questa perdita la indusse ancor di più a dedicarsi agli studi”.
Quando Nadorp dipinge il ritratto alla giovane Caetani aveva già compiuto 60 anni, mentre Ersilia ne aveva appena quattordici. Il disegno è inedito e la sua presenza nel fondo Lanciani si spiega sicuramente con gli interessi per l’archeologia di Ersilia Caetani e la frequentazione di Rodolfo Lanciani4, grande studioso e archeologo, della casa dei genitori. Ersilia infatti viene educata privatamente e dal padre Michelangelo eredita la passione per lo studio e dalla madre una visione aperta e cosmopolita. Petrucci nella scheda biografica, ci informa che i suoi insegnanti sono stati L. M. Rezzi per il latino, I. Guidi per il greco e il sanscrito. Ersilia Caetani conosceva il francese, l’inglese e il tedesco, e godeva, per la sua formazione, del clima culturale assicurato dalla frequentazione di numerosi intellettuali della casa Caetani. Gli amici di suo padre erano soprattutto archeologi e storici, come G. B. De Rossi5 a Th. Mommsen6, e F. Gregorovius7, e R. Lanciani che esercitarono su Ersilia una profonda influenza, anche se ella rimase sempre e sostanzialmente un’autodidatta.
Di recente Elena Pettinò e Alberto Vigoni in un saggio “RISCOPRIRE IULIA CONCORDIA NUOVI DATI DA VECCHI SCAVI: IL FONDO FRATTINA” hanno pubblicato due lettere autografe di Ersilia Caetani Lovatelli, datate 21 agosto 1875 e 28 febbraio 1878 e indirizzate al dott. Dario Bertolini, frequentatore della casa di Ersilia e studioso di archeologia, in particolare di epigrafia romana. In quegli anni il salotto di casa Caetani-Lovatelli era ritenuto “un centro di cultura europea storico–archeologica” e il Bertolini mantenne con Ersilia un affettuoso scambio epistolare. Ed è proprio da una lettera, inviata da Bologna il 6 ottobre 1886, da parte di Giosuè Carducci alla Contessa Lovatelli, che si evince che Dario Bertolini tenne anche la cattedra di Storia Antica a Bologna8.
Dalla pubblicazione delle lettere si apprende di come Ersilia seguisse gli scavi e le scoperte archeologiche e della premura nel volerle comunicare ai suoi amici:
“…gentilissimo signor Bertolini (…) andammo col Borghi e col Fiorelli, al museo per vedere le tabulae ceratae testè scoperte in Pompei, le quali ci furono mostrate dal de Petra. Queste in numero di 79 son atti o cauzioni di prestiti fatti da un C, Caecilius lucundus, coi nomi dei testimoni, la data del giorno, del mese e dell’anno. In una delle tabulae, nell’indicazione del consolato, trovasi a bella posta, il nome di Nerone…”.
Pettinò e Vigoni, ci ricordano nell’articolo citato che in quegli anni, dopo l’Unità d’Italia con l’istituzione di Roma capitale nel 1871, fu istituita nel 1875 dal Ministro Ruggero Borghi “la Direzione generale degli scavi e dei monumenti” organo del Ministero dell’Istruzione Pubblica il cui direttore generale Fiorelli volle assicurare un controllo del territorio con le “Commissioni conservatrici dei momenti e delle opere d’arte” con il compito di vigilare gli scavi avvalendosi degli “Ispettori onorari agli scavi e ai monumenti” tra cui Dario Bertolini che ebbe nel 1875 la nomina, appunto, di Ispettore. Nasceva cioè in quegli anni, in embrione, l’idea di tutela del territorio da organizzare e normare in maniera organica e estesa e Ersilia Caetani Lovatelli visse con curiosità e interesse questa fase culturale, contraddistinta da scoperte archeologiche di enorme interesse e dai primi studi sistematici della storia della antichità.
Nel 1878 Ersilia pubblica nel Bollettino della Commissione archeologica del Comune di Roma il suo primo articolo, dedicato all’illustrazione di un’ara funeraria del II sec. d. C. scoperta in via della Pace, scrive altri saggi per passare poi alla collaborazione a riviste letterarie, tra cui la Nuova antologia e il Fanfulla della Domenica e aprì il suo salotto anche a letterati e poeti come Carducci, Martini, Gnoli e G. D’Annunzio, autore di dediche alla “contessa E. L. che vede il mondo antico con occhi di veggente” (cfr. Bibl. Acc. naz. dei Lincei, Fondo Lovatelli, G. g. 3, G. f. 16 e G. f. 19).
Ersilia Caetani Lovatelli si dedicò sempre più alla scrittura e alcuni saggi furono tradotti anche in tedesco. Il suo interesse per la topografia antica tuttavia rappresentò un interesse costante, coltivato fino agli ultimi anni della sua attività
“…Assai difficile è valutare su di un piano generale il ruolo e il significato sia culturale, sia più propriamente pubblico, e perciò anche politico, che la figura della C., di famiglia schiettamente liberale, anglofila e anticlericale, può avere assunto nella Roma del suo tempo, attraverso il suo frequentatissimo salotto, centro d’incontro di personalità d’ogni genere, e le sue relazioni personali di carattere nazionale e internazionale. Sembra indubbio che in ambito accademico ella abbia esercitato la sua influenza a favore di determinati studiosi a lei vicini, come per esempio accadde a proposito dell’antichista G. Lombroso, raccomandato a Carducci per una cattedra bolognese nel 1884, o dell’archeologo G. Boni, di cui difese apertamente (ma non nelle pubblicazioni) i metodi e le scoperte, o del nipote carissimo Leone Caetani, il principe orientalista, per il cui successo nel premio reale dei Lincei del 1906 e per la cui designazione a socio di quella Accademia nel 1911 la C. impegnò efficacemente tutto il suo prestigio. Risulta ancora che nel maggio del 1896 fece parte di un comitato di dame romane organizzato per ottenere, attraverso intermediari ecclesiastici, la liberazione dei soldati italiani caduti prigionieri ad Adua; e che nel 1909 si batté per favorire l’elezione del nipote Leone nelle liste democratico-liberali.”9
La sua biblioteca composta di oltre 6.000 pezzi, fu da lei lasciata per testamento all’Accademia dei Lincei e attualmente conservata nella sede romana di Palazzo Corsini nelle originali scaffalature.
NOTE
- BiASA , Fondo Lanciani ,Roma XI-120
- Dizionario Biografico degli Italiani (1973).
- Volume 16 ,1973.
- Il fondo Lanciani, è stato acquistato nel 1929 dall’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte , e conserva molte stampe e disegni provenienti dalla biblioteca di Rodolfo Lanciani, archeologo , nato a Montecelio nel 1845, e laureato in ingegneria alla Sapienza Fu un archeologo sul campo e di lui si conservano soprattutto rilievi, disegni appunti sugli scavi di Roma e della campagna limitrofa. Fu vicedirettore del Museo Kircheriano e Direttore degli scavi dal 1877 nonché professore di Topografia romana all’Università di Roma Le sue più importanti ricerche furono alla base di opere fondamentali per l’archeologia romana come la Forma urbis Romae (1893-1901) e la Storia degli scavi, iniziata a pubblicare nel 1902. La collezione di stampe, disegni e fotografie, che è conservata nella Sala Lanciani, è pervenuta in Biblioteca suddivisa in cartelle ed è stata successivamente ricomposta in volumi, conservando l’ordine originario. La raccolta, comprendente anche rilievi archeologici, architettonici e urbanistici, costituisce un archivio di immagini, prezioso per lo studio della topografia romana e la documentazione iconografica sui luoghi e monumenti di Roma.
- Laureato in giurisprudenza, ma appassionato fin da giovanissimo di archeologia, riuscì a scoprire nel 1850 le catacombe di San Callisto, presso la via Appia Antica, insieme con Alexandre Panon de Richmont. Responsabile della costituzione del “Museo cristiano lateranense”, oggi parte dei Musei Vaticani, nel 1854 collaborò con Wilhelm Henzen e Theodor Mommsen alla compilazione del Corpus Inscriptionum Latinarum. Nel 1861 iniziò la pubblicazione delle Inscriptiones christianae urbis Romae septimo saeculo antiquiores (“Iscrizioni cristiane della città di Roma anteriori al settimo secolo”), nel 1863 fondò il periodico Bullettino di archeologia cristiana e nel 1864 fu pubblicato il primo volume della sua Roma sotterranea cristiana. Fu direttore del Museo cristiano vaticano e presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia.
- Nato a Garding, Schleswig-Holstein, (…) studiò giurisprudenza a Kiel dal 1838 al 1843. Grazie a una borsa di studio, poté visitare la Francia e l’Italia per approfondire la storia classica. Durante la rivoluzione del 1848, Mommsen fu corrispondente a Rendsburg e divenne professore di legge nello stesso anno all’Università di Lipsia. A causa delle sue idee liberali dovette dimettersi nel 1851, ma già nel 1852 ottenne una cattedra in Diritto romano all’Università di Zurigo e poi, nel 1854, all’Università di Breslavia.Nel 1858 fu chiamato all’Accademia delle scienze di Berlino e divenne professore di storia romana all’Università di Berlino nel 1861, dove tenne lezioni fino al 1887. Ricevette alti riconoscimenti per i suoi successi scientifici: la medaglia Pour le Mérite nel 1868, la cittadinanza onoraria di Roma e il premio Nobel per la letteratura nel 1902 per l’opera maggiore Römische Geschichte (Storia romana ). Mommsen e la moglie Marie (figlia dell’editore Karl Reimer di Lipsia), ebbero sedici figli, alcuni dei quali morirono in giovane età. Due nipoti, Hans e Wolfgang, sono eminenti storici tedeschi.
- Gregorovius, ultimo di 8 fratelli, nacque da una famiglia di pastori luterani; il padre però era consigliere di giustizia, e per questo ufficio la famiglia viveva nell’antico castello dei Cavalieri Teutonici, che era stato parzialmente restaurato per allocarvi gli uffici giudiziari di Marienburg e la casa del magistrato (…).Per desiderio del padre si iscrisse alla facoltà di teologia dell’università di Königsberg (dove Kant aveva insegnato fino al 1804) ma – giusta la temperie romantica nella quale si era trovato a crescere – al centro dei suoi interessi c’erano piuttosto la letteratura e la filosofia, e anzi, il loro intreccio, talché si laureò infine in filosofia con una tesi Sul concetto del bello in Plotino e nei neoplatonici.
- Elena Pettinò e Alberto Vigoni <RISCOPRIRE IULIA CONCORDIA NUOVI DATI DA VECCHI SCAVI : IL FONDO FRATTINA > Pag. 37
- Dizionario Biografico Treccani
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