La Via Appia dimenticata e ritrovata è una mostra fotografica organizzata dalla Fondazione Roffredo Caetani in collaborazione con il Museo dell’Abbazia di Valvisciolo esposta nel Complesso monumentale Tor Tre Ponti, Via Appia km 66,400, Latina, dal 13 novembre al13 dicembre 2015.
La Via Appia dimenticata e ritrovata è una miscellanea di immagini fotografiche di Luciano Tramannoni e dell’Archivio della Fondazione Roffredo Caetani.
Le circa 40 fotografie di Luciano Tramannoni del formato 40×60 in bianco e nero stampate su carta cotone e le 24 riproduzioni di incisioni ottocentesche di Luigi Rossini e Carlo Labruzzi, saranno in mostra dalle ore 10 del 13 novembre alle ore 12 del 13 dicembre presso il Complesso monumentale Tor Tre Ponti, Via Appia km 66,400, Latina. La mostra è visitabile solo su prenotazione chiamando lo 0773632231 oppure inviando un’email a info@fondazionecaetani.org.
Una mostra per ripercorrere la via Appia, regina delle vie, in terra pontina così come appare oggi, fra antichi fasti e opere recenti, a gli occhi del visitatore contemporaneo. La provincia di Latina è attraversata da 110 km di Via Appia partendo da Cisterna, l’antica Tres Tabernae, fino a Minturno alle foci del Garigliano, attraversando Mesa di Pontinia, Terracina, Monte San Biagio, Formia, … .
La mostra è un viaggio da Cisterna di Latina alla vicina Tres Tabernae con alcuni dei suoi mosaici e resti di domus romane. Al Foro Appio citata nel Nuovo Testamento in cui si ricorda l’incontro di San Paolo con la prima comunità di cristiani che lo accompagneranno fino a Roma.
Da qui inizia il canale Linea Pio, il Decennovio, che costeggia la via Appia fino a Terracina per 19 miglia, per volere di Papa Pio VI Braschi.
Continuando verso sud si incontra Mesa con il mausoleo di Clesippo, la sua favola racconta che da semplice schiavo divento un uomo libero grazie alla matrona Gegania.
A Terracina l’imperatore Traiano rettificò il percorso della vecchia pedemontana via Appia tagliando uno sperone di roccia (il Pisco Montano) per rendere più veloce e semplice l’attraversamento alle legioni dirette verso sud.
Poco distante arriviamo all’antica dogana, luogo di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico, ed ecco Fondi che ci accoglie nella sua graziosa chiesetta dedicata a Santa Maria del Soccorso, dopo pochi kilometri siamo immersi nel parco dei Monti Aurunci dove sono ben conservate alcune miglia dell’Appia Antica che attraversa e supera la gola di Sant’Andrea, terra di Fra Diavolo famoso brigante che si scontrò con i francesi di Gioacchino Murat.
Superata Itri in lontananza si vede il mare di Formia città dedicata a Cicerone dove è ben visibile il suo mausoleo.
Si percorre ancora la litoranea prima di arrivare all’antica Minturnae sulla destra si erge ancora solenne una ciminiera di una vecchia fabbrica di mattoni, prima di entrare nella vecchia colonia romana edificata nel 269 a.c ammiriamo l’ancora intatto acquedotto, ed entrando nella vecchia città il teatro si presenta maestoso nella sua imponenza luogo di spettacoli teatrali fino a poco tempo fa ed ora purtroppo lasciato alle sue rovine,ed ancora il capitolum il macellum e le terme.
Terminiamo il nostro viaggio verso sud camminando sul primo ponte sospeso in ferro sul Garigliano, fatto costruire nello scetticismo generale nel 1828 da Francesco di Borbone.
Insieme a queste meraviglie tramandateci dalla nostra storia abbiamo incontrato un nostro passato recente con pezzi di archeologia industriale della Mira Lanza di Mesa di Pontinia ricordata da tutti noi nei Caroselli di Calimero il pulcino nero, o la Salid di Formia produttrice di manufatti in terracotta o la meravigliosa Sieci di Minturno che ha esportato tegole in tutto il mondo.