SERMONETA: Il RESTAURO DELLA CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO  

[vc_row type=”in_container” full_screen_row_position=”middle” scene_position=”center” text_color=”dark” text_align=”left” overlay_strength=”0.3″ shape_divider_position=”bottom”][vc_column column_padding=”no-extra-padding” column_padding_position=”all” background_color_opacity=”1″ background_hover_color_opacity=”1″ column_shadow=”none” column_border_radius=”none” width=”1/1″ tablet_text_alignment=”default” phone_text_alignment=”default” column_border_width=”none” column_border_style=”solid”][vc_column_text]di Anna Di Falco, Architetto, progettista del restauro

Il restauro della chiesa di San Michele Arcangelo a Sermoneta ha avuto inizio nel 2006 con la redazione del progetto ed è il risultato di due finanziamenti entrambi con fondi della Comunità Europea nel programma di interventi della Regione Lazio, del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo e con la partecipazione dell’amministrazione comunale. I lavori hanno riguardato il restauro del monumento, l’allestimento di una sala conferenze e della sede del Museo delle mura urbane della città. Essendo la chiesa di proprietà del Comune, l’amministrazione  ha potuto accedere ai finanziamenti europei e sebbene non sia mai stato formalizzato l’atto di sconsacrazione del luogo, l’abbandono in cui versava, l’interruzione della stabilità della funzione di edificio sacro e soprattutto il cambio di destinazione d’uso previsto dai lavori ha consentito alla Regione Lazio di approvare il progetto e finanziarlo.

Oggi l’edificio è uno spazio culturale vissuto dalla città che lo utilizza, in attesa dell’allestimento museale definitivo, per piccoli convegni, concerti, mostre e in occasione della ricorrenza della festa di San Michele Arcangelo, il 19 settembre, per celebrare la funzione religiosa. La chiesa rappresenta il cuore della città di Sermoneta, il nido dove è nata la prima civiltà e dove per secoli la collettività  si è identificata e vi ha lasciato le testimonianze artistiche più significative.

Già nel 1169, in un inventario dell’epoca, troviamo la notizia della sua esistenza ed è certo che nel 1297 la famiglia Annibaldi ne cede la proprietà ai Caetani. Pietro Pantanelli (1710-1787 ) nel testo dedicato alla storia di Sermoneta (Notizie istoriche, e sacre e profane, appartenenti alla Terra di Sormoneta, 2 voll. anast. Bardi Editore, Roma, 1972)  afferma della presenza di un tempio pagano nel luogo dove poi è stata edificata la chiesa:

L’antica parrocchiale di s. Angelo, è collegiata. E’ dedicata all’arcangelo san Michele, et è officiata dall’abbate, che anticamente era detto priore, e da otto chierici beneficiati, nominato  dalla casa castana (…) la fabbrica è antichissima, e giudico che sia stato tempio dè gentili, ma ruvinato, e rifatto né secoli barbari in onore dell’arcangelo san Michele”.

Costruita nell’ultima propaggine a ovest del paese, lì dove tutta la letteratura identifica la parte più antica della città, l’edificio risulta incastrato tra strade tortuose e sbalzi di quota e nel tempo, per far posto al coro, alla sacrestia e alle cappelle gentilizie, dal nucleo centrale dei quattro piedritti, lo spazio è stato ampliato a ventaglio con l’aggiunta delle cappelle del SS. Concezione di Maria, di S. Girolamo, di S. Antonio, di S. Giacomo, e al piano inferiore nel XVI secolo si annette la cappella della confraternita dei Battenti alla cripta madre. Dal 1459 in cui Padre Domenico Bussi istituisce la confraternita del SS Sacramento nella cappella di S. Giacomo, è un susseguirsi di lavori fino al rifacimento del tetto nel 1866 e a quando il duca Onorato Caetani, patrono della chiesa, nel 1874 svincola tutti i beni della chiesa e assegna alla parrocchia alcuni fondi. La vita della chiesa si interrompe negli anni Sessanta del Novecento quando ha inizio un lento e inesorabile declino interrotto dai lavori iniziati nel 2006 e ultimati nel 2013.

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Le immagini dello stato dei luoghi prima dei lavori restituisce il degrado raggiunto e la desolazione per quella che era stata la prima collegiata della città: i solai sfondati, i muri pericolanti, i tetti fatiscenti, le crepe sulle volte e l’umidità presente ovunque e in misura gravissima. Le mura esterne erano occultate dalla vegetazione che era penetrata anche all’interno degli ambienti e costituiva la causa principale dell’infiltrazione di acqua e del dilavamento delle superfici dipinte. Il coro, le cappelle, la sacrestia erano invasi da immondizia, numerosi animali avevano da tempo scelto la chiesa come proprio rifugio e sulle cornici in stucco, nella cripta, nella cantoria le numerose tracce della loro permanenza contribuivano allo squallore generale.

L’intervento di restauro ha quindi fermato il degrado e i lavori hanno riguardato il rifacimento delle coperture, il consolidamento delle murature e della cantoria, il restauro di tutte le  superfici antiche, del coro ligneo, il restauro delle superfici dipinte, la sistemazione degli spazi esterni, la realizzazione degli impianti, dell’accessibilità ai diversamente abili, l’allestimento della sala conferenze e l’avvio del Museo delle mura con la costruzione di un modello in scala della città di Sermoneta. A questi lavori si sono aggiunti poi il restauro di alcuni arredi a cura dell’Associazione Lignarius di Roma e l’intervento dell’università dell’Aquila, che ha eseguito il recupero e lo studio dei  resti umani mummificati presenti nelle tombe della cripta dei Battenti. Il restauro si è ispirato alle linee teoriche del restauro conservativo, attento alla valorizzazione delle trasformazioni e delle qualità spaziali senza rinunciare agli interventi necessari al riuso.

L’articolazione dello spazio è stato considerato una qualità del luogo e confermato nella nuova distribuzione: la piccola sala conferenze è stata allestita nell’area del coro con le attrezzature per la sala conferenze, lo spazio centrale è stato destinato alla esposizione e al modello della città, nella cappella di S.Giacomo è stata allestita una postazione informatica per le informazioni  sulla storia della città e dell’edificio. Non si può omettere di segnalare la cripta e la cappella dei Battenti come gli spazi più pregnanti della chiesa.  La cripta madre costituita da un vano totalmente affrescato, risalente al XII secolo, ha le pareti dipinte in epoche diverse, tra le varie raffigurazioni si riconoscono le figure dei Santi Pietro e Giovanni Battista, di San Biagio, Santa Caterina di Alessandria, la Vergine, l’ Annunciazione e Santa Caterina. Il ritrovamento durante il restauro di ciò che presumibilmente rappresentava un “foro acustico” nella volta,  funzionale a trasmettere il suono delle funzioni e della musica dall’ambiente sottostante alla navata superiore della chiesa, rappresenta una rarità del luogo. Ma l’eccellenza è rappresentata dall’affresco scoperto, sotto ridipinture, nella parete di fondo della cappella dei Battenti. All’interno di una cornice architettonica che occupa tutta la parete vi è dipinta a fresco l’intera scena della Crocifissione con il Cristo al centro e i due ladroni, la Madonna, la Maddalena, santa Lucia e san Giovanni, sullo sfondo la città di Gerusalemme e nel cielo la luna e il sole. La pittura è di una qualità altissima ed essendo inedite storia e paternità, costituirà il prossimo impegno per gli studiosi. 

Il libro pubblicato sul restauro: Anna Di Falco (a cura), Chiesa di San Michele Arcangelo. Storia del restauro (2006-2013), Regione Lazio, Novembre 2013.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row type=”in_container” full_screen_row_position=”middle” scene_position=”center” text_color=”dark” text_align=”left” overlay_strength=”0.3″ shape_divider_position=”bottom”][vc_column column_padding=”no-extra-padding” column_padding_position=”all” background_color_opacity=”1″ background_hover_color_opacity=”1″ column_shadow=”none” column_border_radius=”none” width=”1/1″ tablet_text_alignment=”default” phone_text_alignment=”default” column_border_width=”none” column_border_style=”solid”][vc_gallery type=”nectarslider_style” images=”5737,5735,5733,5719,5715,5721,5723,5729,5725,5727,5703,5701,5707,5739,5709,5711,5705,5717,5713″ bullet_navigation_style=”see_through” onclick=”link_image” img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]