di Caterina Fiorani, Direttore dell’Archivio della Fondazione Camillo Caetani di Roma
L’archivio Caetani nacque e venne custodito sino al XVIII sec. nella torre del castello di Sermoneta, centro del potere della Famiglia. Quando il duca Francesco V (1738-1810) acquistò il palazzo romano delle Botteghe Oscure, vi trasferì l’intero archivio, salvandolo, per una intuizione provvidenziale, dall’invasione e dal saccheggio che Sermoneta subì nel volgere di pochi anni da parte delle truppe francesi. Una volta stabilitisi a Roma, i Caetani dovettero ravvisare la necessità di ripensare a fondo l’ordinamento originario dell’archivio, che certamente aveva subito duri colpi dall’incremento cospicuo delle carte e soprattutto dal disordine causato dall’avventuroso ma opportuno trasferimento. Presso il palazzo a Roma, l’Archivio comincia la sua nuova storia.
Leone Caetani, il noto orientalista, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento ne avviò l’ultimo radicale riordinamento, separando i documenti pergamenacei da quelli cartacei, e distribuendo questi ultimi sulla base di un criterio cronologico drasticamente applicato. Nacquero quindi il fondo pergamenaceo, di cui esistono i Regesta Chartarum in 6 volumi che raccolgono la trascrizione e l’edizione delle 3000 pergamene, e il fondo cartaceo generale, originato dalle molteplici attività dei Caetani del passato (carte amministrative, politiche, diplomatiche, letterarie, dal sec. XV al XX). Tale riordinamento fu portato a termine dal fratello di Leone, Gelasio (1877-1934), che mise poi abbondantemente a frutto i documenti e la sua perfetta conoscenza dell’archivio nella monumentale storia della Famiglia, sfociata nei tre volumi della Domus Caietana e nella Genealogia Caietanorum.
Si suddivide in vari fondi: il fondo Economico; il fondo dell’ultima generazione dei Caetani (tra cui le carte del duca musicista Roffredo e l’ampia raccolta documentaria della principessa di Bassiano, Marguerite, nel corso della sua attività di redattrice delle due riviste «Commerce» e «Botteghe Oscure»), il fondo fotografico; il fondo Miscellanea; tra gli archivi aggregati: l’archivio Giustiniani Bandini; il fondo Rzewuski; il fondo Gonzaga, il fondo Georgina Masson.