Roffredo Caetani: l’ultimo musicista romantico

di Roberto Prosseda, Pianista e musicologo

Forse ancora non tutti sanno che Roffredo Caetani (1871– 1961) è stato, tra le altre cose, anche uno dei più interessanti compositori italiani vissuti a cavallo del 1900 e, senza alcun dubbio, uno dei maggiormente sottovalutati. Anche se Roffredo si è espresso con risultati di eccellenza in molteplici ambiti culturali, va però ricordato che egli resta, prima di tutto, un compositore professionista, e i suoi studi, serissimi sin dall’infanzia, testimoniano la sua vocazione per la musica.

L’origine aristocratica gli consentì di avere contatti fin da bambino con eminenti personalità della cultura del tempo. Figlioccio di Liszt, e allievo di Giovanni Sgambati, Caetani ebbe modo di conoscere le più attuali tendenze musicali della sua epoca, facendole proprie e filtrandole con la sua personale sensibilità.

L’ascolto della sua musica consente di cogliere l’eclettismo e l’originalità della poetica di Caetani e, al contempo, di percepirne il legame con la grande tradizione musicale del Romanticismo europeo. Tratti salienti della sua cifra stilistica sono la concezione fatalistica della narrazione musicale, la predilezione di atmosfere cupe e di sonorità sfumate. L’uso sistematico di una rigorosa polifonia e la costante ricerca di armonie molto ardite e dissonanti testimoniano una solida formazione compositiva  e un’ampia apertura alle più moderne correnti culturali europee.

Caetani era anche pianista, e il pianoforte tuttora conservato presso l’antico Salone nei Giardini di Ninfa è stato probabilmente quello su cui egli ha concepito molte delle sue composizioni. Proprio al pianoforte Roffredo ha dedicato una parte cospicua della sua pur non estesa produzione, che qui brevemente illustriamo.

La prima opera pianistica di Roffredo è la Sonata op. 3. Composta nel 1893, a soli 24 anni, essa rappresenta il più ambizioso brano pianistico dell’autore, e si rivela uno degli esiti più convincenti dell’intera produzione pianistica italiana di Fine Ottocento. I tre ampi movimenti sono strutturati secondo una concezione ciclica, con la presenza degli stessi motivi tematici che ricompaiono in forme diverse in ciascun tempo. Il primo movimento rispecchia la forma sonata classica, seppur dilatata all’estremo; il secondo, Un poco lento è un intimo e intenso Adagio, con passo grave e pensoso, e il terzo è un turbinoso Allegro assai di intenso pathos tardoromantico.

Le Douze Variations sur un Prélude de Chopin op. 7 (1898 circa) sono basate sul celebre Preludio di Chopin op. 28 n. 20 in do minore. Questo viene dapprima presentato nella sua versione originale, ma senza la ripetizione della seconda parte. In ciascuna variazione esso subisce sempre maggiori rielaborazioni fino a perdere del tutto i connotati melodici e armonici originari. Caetani attua dunque un processo di graduale appropriazione dei contenuti emotivi del tema chopiniano, scorporandoli e sviluppandoli in maniera estrema e radicale, specialmente nelle variazioni finali. La scrittura sfrutta le conquiste della tecnica pianistica di Liszt con un’adeguata valorizzazione delle potenzialità dinamiche e coloristiche del pianoforte. Non mancano riferimenti al pianismo di Schumann (Variazioni III e IV), di Chopin (la Variazione VI ricorda moltissimo il Notturno op. 48 n. 1) e di Mendelssohn (la Variazione XII cita quasi esplicitamente un passaggio ad accordi alternati delle Variations Serieuses). Il pregio maggiore di questa rara composizione sta tuttavia nella profondità dei contenuti emozionali, che, prendendo spunto dalla poesia del preludio chopiniano, ne sviluppano la varietà degli stati d’animo con risultati di altissima levatura artistica, soprattutto nei momenti più intimi e in particolare nelle Variazioni VI, VIII e X.

La Ballata in fa diesis minore op. 9  (1899) è forse il più moderno e ispirato tra i brani pianistici di Roffredo Caetani, in virtù degli arditi cromatismi e dell’ossessiva insistenza sul pedale di tonica di fa diesis minore. Il tono narrativo mutuato da antiche leggende medievali, presente anche nelle Ballate di Chopin e di Brahms, assume qui un carattere fatalistico. Questo è accentuato dalla costante, imperterrita scansione ritmica in tempo ternario che, senza alcuna soluzione di continuità, innerva tutto l’arco formale del brano, rafforzandone la coesione e la tensione drammatica. Roffredo fu un profondo e appassionato conoscitore delle opere di Wagner: nella Ballata si possono infatti scorgere numerose suggestioni wagneriane, qui efficacemente trasposte nella scrittura pianistica. La predilezione per il registro grave del pianoforte determina un clima di stregata cupezza. Ne deriva un senso di inquieto pessimismo, non più ancorato ad esperienze concrete, bensì sublimato ad un superiore livello di astrazione.

I 4 Impromptus op. 9, composti entro il 1899, sono brani di carattere leggero, probabilmente pensati per l’esecuzione in un contesto intimo come il salotto, piuttosto che in sala da concerto. Il tono apparentemente spensierato cela più complesse inquietudini: la fine scrittura contrappuntistica è infatti arricchita da un persistente cromatismo delle linee melodiche. L’ambiguità armonica che ne deriva esprime una sottesa inquietudine, una ricerca di appagamento solo parzialmente soddisfatta.

La Toccata in re maggiore op. 9(1899) riprende in maniera esplicita il modello della Toccata op. 7 di Robert Schumann, sviluppandone sia l’aspetto virtuosistico, giocato anche qui sulla tecnica delle doppie note, sia quello puramente lirico, individuando un felice connubio tra pulsione motoria e invenzione melodica.

Nel 2014 l’etichetta olandese Brilliant Classics, in coproduzione con la Fondazione Roffredo Caetani, ha pubblicato un CD comprendente le principali opere pianistiche di Caetani, affidate all’interpretazione di Alessandra Ammara. Le unanimi reazioni della critica internazionale hanno confermato l’impressione che questa musica possieda una forza e una individualità del tutto peculiari e inusuali per l’epoca e per il contesto culturale in cui è stata concepita. Salutiamo, quindi, con gioia l’iniziativa intrapresa dalla Fondazione Roffredo Caetani a partire dal 2013, grazie alla volontà del presidente Pier Giacomo Sottoriva, di rendere questo patrimonio musicale finalmente disponibile a tutti, mediante la produzione di incisioni discografiche distribuite internazionalmente. Sono già programmate le incisioni dei due Quartetti per archi e del Trio e Quintetto con pianoforte, su cui mi riprometto di scrivere prossimamente su queste pagine.

 

CD “Caetani Piano Works”, Brilliant Classics, 2014.

Alcuni links dove acquistare il CD o ascoltarlo in streaming: